
CARCINOMA PROSTATICO
La prostata è una ghiandola delle dimensioni di una castagna presente nell’organismo maschile, collocata anteriormente al retto. Svolge un ruolo importante per le funzioni riproduttive, produce e secerne il liquido seminale, ed è influenzata dall’azione degli ormoni
Il cancro alla prostata è una formazione di tessuto costituito da cellule che crescono in modo incontrollato e anomalo all’interno della ghiandola prostatica, ed è diventato il cancro più frequente nella popolazione maschile dei Paesi occidentali.
Un ingrossamento di questa ghiandola non è necessariamente indice della presenza di un tumore: si può infatti avere una proliferazione del tutto benigna (Ipertrofia prostatica Benigna).
Quali sono le cause del carcinoma prostatico?
Le cause di questa neoplasia non sono ancora del tutto chiare: alla base vi è una mutazione nel DNA delle cellule che causa una proliferazione anomala delle stesse, il cui accumulo forma il tumore. È possibile però individuare alcuni potenziali fattori di rischio che aumentano la probabilità di ammalarsi, anche se non sono direttamente responsabili dell’insorgenza della patologia
Fattori di rischio
I fattori che possono aumentare il rischio di tumore alla prostata sono:
- età: questo tumore è più comune dopo i 65 anni
- gli uomini appartenenti alla comunità afroamericana sono più a rischio degli altri, anche se le cause di questa differenza sono sconosciute
- obesità
- dieta ricca di grassi saturi
- fattori ereditari, anche se in una minoranza dei casi (<15%). Gli uomini con un parente stretto (padre, zio o fratello) con questo tumore presentano infatti un maggiore rischio di ammalarsi (soprattutto se la neoplasia è stata diagnosticata a più di un familiare, anche prima di 65 anni). È bene quindi che effettuino controlli a partire dai 45 anni.
Sono inoltre in costante aumento gli studi che stabiliscono una correlazione tra la malattia e l’infiammazione, cronica o ricorrente, della prostata. La causa scatenante di questa reazione infiammatoria, da cui potrebbe derivare il danno che favorisce lo sviluppo di cellule tumorali.
In linea generale, quindi, vanno considerate le stesse regole di prevenzione primaria valide per altri tipi di patologie, sia tumorali che non, che includono:
- pratica di attività fisica;
- corretta alimentazione;
- niente fumo;
- consumo moderato di alcol.
In caso si pensi di rientrare nelle categorie indicate come a rischio e in presenza di anomalie, è bene sottoporsi ad un controllo urologico.
Si può prevenire il cancro della prostata?
Tenere sotto controllo il peso e limitare il consumo di grassi, soprattutto di quelli saturi (carni grasse di origine animale e formaggi) costituisce la sola forma di prevenzione di questo tumore. Una diagnosi precoce può essere effettuata attraverso la misurazione del PSA, un antigene prostatico specifico, con una semplice analisi del sangue da effettuare regolarmente dopo i 50 anni di età o dopo i 45 anni in caso di familiarità.
Diagnosi
Nella maggioranza dei casi, la diagnosi di tumore della prostata si affida agli esami di screening, poiché agli stadi iniziali questa neoplasia è in genere asintomatica, tanto che il 30% circa dei casi vengono scoperti quando la malattia si è già diffusa oltre la ghiandola.
Gli esami di screening fanno spesso parte di una visita medica di routine, soprattutto negli uomini dopo i 40 anni di età. Il medico può anche raccomandare esami specialistici a causa di sintomi indicativi di un disturbo alla prostata. Gli esami comprendono:
- Esplorazione Digito-Rettale – Palpazione della parete posteriore della ghiandola prostatica premendo contro la parete dell’ano. Circa il 75% dei tumori si sviluppano vicino alla parte esterna della prostata e, in alcuni casi, sono rilevabili tramite un’esplorazione rettale.
- Esame del PSA (leggi PSA: cos’è e a cosa serve) – Consiste in un prelievo di sangue allo scopo di verificare il livello ematico di PSA, una sostanza prodotta dalla ghiandola prostatica che serve a fluidificare il liquido seminale. Una piccola quantità di PSA circola sempre nel sangue. Livelli elevati di PSA o livelli crescenti nel tempo potrebbero indicare una prostatite, un’ipertrofia prostatica o un tumore della prostata.
- Risonanza Magnetica Multiparametrica della Prostata – non richiede l’impiego di radiazioni, consente di fare una valutazione morfologica, funzionale e metabolica e che permette per questo di identificare in modo molto preciso eventuali lesioni tumorali.
- Biopsia – In presenza di un sospetto clinico, biochimico (PSA elevato) o lesioni sospette alla RM, l’urologo può raccomandare una biopsia prostatica. L’esame consiste in un numero variabile di prelievi di piccoli campioni di tessuto prostatico. Questa può essere eseguita mediante guida ecografica per via transrettale o transperineale previa anestesia locale. Negli ultimi anni si sta affermando la Biopsia Prostatica con tecnica Fusion che ci permette di sovrapporre le immagini della RM a quelle ecografiche in tempo reale per una maggiore precisione e ridurre il numero di prelievi casuali. Il tessuto prelevato viene poi analizzato da un’anatomo patologo per accertare la presenza di cellule neoplastiche. La biopsia è un esame generalmente ambulatoriale che non richiede il ricovero ospedaliero.
Nel prossimo articolo approfondiremo le varie possibilità terapeutiche del cancro prostatico.