Tumore alla prostata
La prostata è una ghiandola fisiologicamente delle dimensioni di una castagna presente nell’organismo maschile, collocata anteriormente al retto ed inferiormente alla vescica. Svolge un ruolo importante per le funzioni riproduttive, produce e secerne il liquido seminale, ed è influenzata dall’azione degli ormoni.
Il cancro alla prostata è un tipo di tumore che colpisce la ghiandola prostatica, che si sviluppa quando le cellule della prostata iniziano a crescere in modo incontrollato. Questo può diffondersi ad altre parti del corpo, prevalentemente ossa e linfonodi, se non viene trattato in modo tempestivo.
Un ingrossamento di questa ghiandola non è necessariamente indice della presenza di un tumore: si può infatti avere una proliferazione del tutto benigna (Ipertrofia prostatica Benigna).
Il cancro alla prostata è uno dei tumori più comuni negli uomini, ma la maggior parte dei casi non presenta sintomi nelle fasi iniziali. Per questo motivo, è importante sottoporsi regolarmente a controlli urologici e PSA (Prostate-Specific Antigen), un esame del sangue che può rilevare la presenza di anomalie prostatiche.
Quali sono i sintomi del cancro prostatico?
Nelle prime fasi, il tumore alla prostata potrebbe non presentare alcun sintomo. Tuttavia, quando il tumore cresce, potrebbero manifestarsi alcuni segnali di allarme, come:
- Difficoltà ad urinare: difficoltà ad avviare il flusso di urina, debolezza del flusso urinario, interruzione del flusso di urina durante la minzione, bisogno di fare pressione per iniziare la minzione;
- Bisogno di urinare spesso, soprattutto di notte;
- Sensazione di bruciore o dolore durante la minzione;
- Presenza di sangue nell’urina o nel liquido seminale;
- Dolore alla schiena, alle anche, alle cosce o alle costole;
- Difficoltà a mantenere l’erezione o presenza di eiaculazione dolorosa;
- Perdita di peso involontaria e affaticamento.
Questi sintomi possono anche essere dovuti ad altre condizioni della prostata, come l’ipertrofia prostatica benigna (IPB), che è molto comune negli uomini. Pertanto, è importante sottoporsi a regolari controlli urologici per diagnosticare eventuali problemi alla prostata in modo tempestivo.
Perché viene il carcinoma della prostata?
Le cause esatte del tumore alla prostata non sono note, ma si ritiene che sia causato da una combinazione di fattori genetici e ambientali. Alcuni fattori di rischio noti per lo sviluppo del tumore alla prostata includono:
- Età: il rischio di sviluppare il tumore alla prostata aumenta con l’età ed è più comune negli uomini sopra i 65 anni.
- Storia familiare: i soggetti con un parente di primo grado (padre o fratello) affetto da tumore alla prostata hanno un rischio maggiore di sviluppare la malattia.
- Etnia: gli uomini di origine africana hanno un rischio maggiore di sviluppare il tumore alla prostata rispetto ad altre etnie, anche se le cause di questa differenza sono sconosciute;
- Dieta: una dieta ricca di grassi animali e povera di frutta e verdura sembra aumentare il rischio di sviluppare il tumore alla prostata.
- Obesità: l’obesità è stata associata ad un aumento del rischio di sviluppare il tumore alla prostata.
- Esposizione ad agenti cancerogeni: l’esposizione a certi agenti cancerogeni, come ad esempio il cadmio, può aumentare il rischio di sviluppare il tumore alla prostata.
- Fattori ambientali: fattori come l’inquinamento e l’esposizione a sostanze chimiche tossiche possono aumentare il rischio di sviluppare il tumore alla prostata.
È importante sottolineare che la maggior parte degli uomini con uno o più fattori di rischio non sviluppa il tumore alla prostata, ma i fattori di rischio possono aumentare la probabilità di sviluppare la malattia.
Sono inoltre in costante aumento gli studi che stabiliscono una correlazione tra la malattia e l’infiammazione, cronica o ricorrente, della prostata. La causa scatenante di questa reazione infiammatoria, da cui potrebbe derivare il danno che favorisce lo sviluppo di cellule tumorali.
In linea generale, quindi, vanno considerate le stesse regole di prevenzione primaria valide per altri tipi di patologie, sia tumorali che non, che includono:
- pratica di attività fisica;
- corretta alimentazione;
- niente fumo;
- consumo moderato di alcol.
In caso si pensi di rientrare nelle categorie indicate come a rischio e in presenza di anomalie, è bene rivolgersi ad uno specialista in urologia.
Dott. Nicola Laruccia
Medico chirurgo specializzato nel trattamento del tumore alla prostata
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Quanti tipi di tumore prostatico ci sono?
Esistono diversi tipi di tumori alla prostata, ma la maggior parte dei tumori alla prostata sono adenocarcinomi, ovvero tumori che si sviluppano dalle cellule ghiandolari della prostata. Tuttavia, ci sono anche altri tipi di tumori alla prostata, tra cui:
- Carcinoma a piccole cellule: è un tipo raro e aggressivo di tumore alla prostata che si sviluppa dalle cellule nervose.
- Carcinoma a cellule di transizione: è un tipo di tumore che si sviluppa dalle cellule che rivestono l’uretra e che possono infiltrarsi nella prostata.
- Carcinoma duttale: è un tipo raro di tumore alla prostata che si sviluppa dalle cellule che producono il liquido prostatico.
- Sarcoma prostatico: è un tipo raro di tumore che si sviluppa dal tessuto muscolare o connettivo della prostata.
- Tumore neuroendocrino: è un tipo raro di tumore che si sviluppa dalle cellule neuroendocrine della prostata.
Anche se questi tipi di tumori sono meno comuni rispetto all’adenocarcinoma prostatico, è importante che il medico li riconosca correttamente in quanto possono richiedere trattamenti diversi.
Quali sono gli esami utili alla diagnosi?
La diagnosi del tumore alla prostata prevede una serie di esami e controlli, tra cui:
- Esame rettale digitale (ERD): durante questo esame, il medico esamina la prostata attraverso l’ano per verificare la presenza di eventuali anomalie. Circa il 75% dei tumori si sviluppano vicino alla parte esterna della prostata e, in alcuni casi, sono rilevabili tramite un’esplorazione rettale.ollo urologico.
- Dosaggio del PSA (antigene prostatico specifico): il PSA è una proteina prodotta dalla prostata che serve a fluidificare il liquido seminale e che viene dosata tramite un prelievo di sangue. Un valore elevato di PSA può indicare la presenza di un tumore alla prostata, ma anche altre condizioni, come l’infiammazione o l’ipertrofia prostatica benigna.
- Biopsia prostatica: durante questo esame, si prelevano piccoli campioni di tessuto prostatico tramite un ago speciale, per poi esaminarli al microscopio per verificare la presenza di cellule cancerose. La biopsia prostatica fusion è una tecnica avanzata di biopsia che utilizza immagini di risonanza magnetica (MRI) della prostata e un sistema di fusione software per creare una mappa 3D della prostata. Questa mappa viene utilizzata per guidare l’ago di biopsia verso le zone sospette individuate dall’MRI aumentando la probabilità di rilevare il cancro alla prostata nelle fasi iniziali. La biopsia prostatica fusion viene eseguita generalmente in anestesia locale ed è un intervento ambulatoriale, cioè il paziente può tornare a casa lo stesso giorno.
- Risonanza magnetica prostatica: la risonanza magnetica è una tecnica di imaging che consente di ottenere immagini dettagliate della prostata e dei tessuti circostanti. Non richiede l’impiego di radiazioni, consente di fare una valutazione morfologica, funzionale e metabolica. Può essere utilizzata per valutare l’estensione del tumore alla prostata e verificare se si è diffuso in altre parti del corpo.
In base ai risultati degli esami e alla valutazione del medico, può essere necessario eseguire ulteriori indagini diagnostiche, come la scintigrafia ossea o la tomografia a emissione di positroni (PET).
Come si cura il tumore alla prostata?
La scelta delle cure per il tumore alla prostata dipende da diversi fattori, tra cui lo stadio del tumore, l’età e lo stato di salute generale del paziente, nonché dalle preferenze personali del paziente stesso. I principali trattamenti per il tumore alla prostata includono:
- Sorveglianza attiva: per alcuni pazienti con tumore alla prostata a basso rischio, il medico può raccomandare di monitorare attentamente il tumore attraverso controlli periodici senza effettuare immediatamente un trattamento.
- Chirurgia: durante l’intervento chirurgico, si rimuove la prostata e, in alcuni casi, anche i linfonodi vicini. Questo trattamento può essere indicato per i tumori che non si sono ancora diffusi al di fuori della prostata.
- Radioterapia: la radioterapia utilizza radiazioni ad alta energia per distruggere le cellule cancerose. Può essere somministrata come radioterapia esterna o come brachiterapia (inserimento di fonti di radiazioni direttamente nella prostata).
- Terapia ormonale: la terapia ormonale mira a ridurre i livelli di testosterone, un ormone che può favorire la crescita del tumore alla prostata.
- Chemioterapia: la chemioterapia utilizza farmaci per distruggere le cellule cancerose.
- Terapie mirate: le terapie mirate sono farmaci che agiscono contro specifici bersagli molecolari presenti sulle cellule cancerose.
In alcuni casi, il trattamento può prevedere la combinazione di due o più di questi approcci. La scelta del trattamento migliore deve essere sempre discussa con il proprio medico urologo.
Recenti studi hanno dimostrato che la sopravvivenza dei pazienti è del 90% a 5 anni dalla diagnosi nei casi di diagnosi precoce, purtroppo la quota di recidive si attesta tra il 27% e il 53% per questo è indispensabile il follow-up dopo l’intervento.
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